Gibellina: storia di resilienza e rinascita

Gibellina, una piccola città della provincia di Trapani in Sicilia, ha una storia peculiare e commovente. Nel 1968, un devastante terremoto l’ha praticamente rasa al suolo, una tragedia che ha lasciato solo rovine e dolore. Tuttavia, Gibellina non ha permesso a questo disastro di segnare la sua fine. Invece, ha scelto un cammino di rinascita, utilizzando l’arte come strumento di riqualificazione e di ricreazione della sua identità.

Prima del 1968, Gibellina era un comune tipico della Sicilia rurale, con una popolazione dedita all’agricoltura e alla pastorizia. Tuttavia, la storia della città cambiò radicalmente la notte del 14 gennaio di quell’anno, quando un terremoto di magnitudo 6.1 scosse la regione della Valle del Belice. Gibellina fu la città più colpita, con l’80% delle sue strutture distrutte e numerosi morti e feriti. La vecchia città fu abbandonata, diventando quella che oggi è nota come Gibellina Vecchia.

L’evento sismico avrebbe potuto segnare la fine del piccolo comune, se non fosse stato per l’energia e la visione del sindaco dell’epoca, Ludovico Corrao. Corrao, un appassionato di arte e cultura, vide nell’evento devastante l’opportunità di dare vita a qualcosa di nuovo e stimolante. La sua visione era di trasformare Gibellina in un centro di arte contemporanea, un progetto audace e rivoluzionario.

La costruzione di Gibellina Nuova iniziò nel 1970, a circa diciotto chilometri di distanza dal sito della vecchia città. Il progetto era ambizioso e coinvolse vari artisti e architetti contemporanei. Non si trattava solo di costruire edifici; l’obiettivo era creare uno spazio urbano che avrebbe incorporato l’arte in ogni angolo, facendola diventare parte integrante della vita quotidiana dei suoi abitanti.

Dopo decenni di lavoro, Gibellina Nuova rappresenta oggi un monumento vivente alla resilienza e all’innovazione, un’espressione unica di arte contemporanea immersa nel contesto rurale della Sicilia. Questa trasformazione è diventata un simbolo di rinascita e speranza, mostrando come l’arte e la cultura possano essere strumenti potenti per il cambiamento e la rigenerazione sociale.

Gibellina vecchia: un’opera d’arte a cielo aperto

Gibellina Vecchia rimane un luogo suggestivo, un testimone silenzioso della potenza della natura e della resilienza umana. Sebbene non sia più una città abitata, essa è diventata una destinazione turistica unica nel suo genere, un luogo dove l’arte e la storia si intrecciano in un racconto commovente.

Visitarla offre un’esperienza unica, quasi surreale. Qui, le rovine della città vecchia sono coperte da un’opera d’arte monumentale chiamata “Il Cretto di Burri”, realizzata dall’artista Alberto Burri tra il 1984 e il 1989. Quest’opera, una delle più grandi installazioni artistiche all’aperto al mondo, consiste in un immenso labirinto di blocchi di cemento bianco che seguono le linee del vecchio insediamento, conservando la memoria della pianta urbana distrutta dal terremoto.

Passeggiare tra i sentieri del Cretto è come camminare attraverso una mappa fantasma di una città perduta, un’esperienza toccante che non lascia indifferente. Il contrasto tra l’immobilità della pietra e la vita che pulsa nei campi circostanti, il silenzio rotto solo dal vento e dal canto degli uccelli, rende questa visita un momento di riflessione profonda.

Oltre al Cretto, Gibellina Vecchia offre altre opere d’arte all’aperto, tra cui sculture e installazioni, sparse tra le rovine e i campi circostanti, a dimostrazione che la vita, anche attraverso l’arte, può fiorire anche nei luoghi più improbabili. Questa città fantasma, con la sua bellezza austera e commovente, è un must per chiunque visiti la Sicilia.

Foto: Boobax, CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons

Gibellina nuova: rinascita attraverso l'arte

Gibellina Nuova, distante diciotto chilometri dal luogo originale distrutto dal sisma, è un omaggio alla vita, alla resistenza e alla creatività umana. Lontana dall’essere una città ordinaria, Gibellina Nuova è un museo d’arte contemporanea all’aperto, un’espressione vivente della visione del sindaco Corrao di trasformare il trauma della distruzione in un’opportunità per una rinascita culturale.

All’arrivo in città si trova La Porta del Belice, un’opera iconica che segna l’ingresso a Gibellina Nuova.

Pietro Consagra, con la sua monumentale opera “La Porta del Belìce”, offre un caloroso benvenuto alla Valle del Belìce e alla sua città simbolo, Gibellina. Questa gigantesca costruzione di acciaio inossidabile, alta circa 26 metri e conosciuta anche come “La Stella”, rappresenta un simbolo tangibile della rinascita di Gibellina dalle sue rovine, un tributo al potere dell’arte e della cultura nel trasformare la devastazione in speranza.

Un aspetto sorprendente del monumento è la sua stupefacente somiglianza con il simbolo antico e universale del fiore della vita, conosciuto anche come “Sesto giorno della Genesi”. Questo simbolo, generato dalla “rotazione” di sei cerchi o sfere, rappresenta ogni giorno della Creazione ed evoca la struttura interna dell’universo e il suo compimento.

Presente in culture di tutto il mondo, il simbolo del fiore della vita si trova nelle incisioni dei primi cristiani copti nei templi di Ibis a El Kharga e nelle mura dell’Osireion di Abydo, nelle rappresentazioni etrusche sullo scudo di un guerriero nelle rovine di Vetulonia, sotto le zampe di un leone solare nella vecchia residenza dell’Imperatore cinese, nelle incisioni ebraiche all’interno del Tempio di Gerusalemme, sugli ossari e sulle lapidi commemorative, e persino tra i Templari.

La Porta del Belice non è solo un simbolo di rinascita e speranza, ma è anche un omaggio alla resistenza e alla resilienza della popolazione della città, che ha trasformato una catastrofe in un’opportunità per creare qualcosa di unico e significativo.

Dopo aver apprezzato questa opera, i visitatori possono continuare a esplorare la ricchezza artistica e culturale della città.

A poca distanza, si trova l’imponente Cattedrale di Gibellina, dedicata alla Santissima Trinità, una fusione affascinante di elementi architettonici tradizionali e contemporanei. Vicino alla cattedrale, c’è il Municipio, un altro esempio dell’architettura modernista. Entrambi gli edifici sono stati progettati da Ludovico Quaroni, uno dei più importanti architetti italiani del XX secolo.

Proseguendo lungo il Corso Umberto, la strada principale di Gibellina Nuova, si possono osservare una serie di monumenti e installazioni d’arte che rendono questa città un museo a cielo aperto. Tra queste, la serie di opere “I Cubi” di Pietro Consagra, che punteggiano l’intera città, e “Stella di Gibellina” di Renato Guttuso.

Successivamente vale la pena visitare il Museo Civico d’Arte Contemporanea (MAC). Noto anche come “Museo Civico d’Arte Contemporanea di Gibellina”, è un luogo fondamentale per chi desidera comprendere l’identità artistica e culturale di Gibellina Nuova. Ospita un’eccezionale collezione di opere d’arte moderna e contemporanea, con lavori di artisti italiani e internazionali. È una testimonianza tangibile del ruolo della città come centro dell’arte contemporanea in Sicilia. La collezione permanente comprende sculture, dipinti, installazioni e fotografie, tutti legati alla storia di Gibellina e al suo percorso di rinascita dopo il terremoto del 1968. Inoltre, il museo organizza regolarmente mostre temporanee, workshop e conferenze, mantenendo viva la missione di Gibellina di essere un polo culturale attivo e stimolante. Il Museo di Arte Contemporanea è un tassello imprescindibile nel mosaico artistico di Gibellina Nuova, un luogo dove l’arte risuona con il passato della città e si proietta verso il futuro, invitando visitatori di ogni angolo del mondo a riflettere sulla capacità dell’arte di trasformare la tragedia in bellezza.

Non lontano dal centro di Gibellina si trova il Teatro di Pietra di Consagra, un’anfiteatro all’aperto costruito interamente in pietra. Questa struttura, utilizzata per concerti e spettacoli durante i mesi estivi, è un altro esempio di come l’arte e l’architettura si combinano in modo unico nella città.

Al di là delle sue attrazioni artistiche, Gibellina Nuova offre anche molti altri eventi durante l’anno, tra cui il Festival Orestiadi, uno dei più importanti festival di teatro e musica della Regione. E, per i visitatori interessati alla gastronomia, i ristoranti locali offrono l’opportunità di assaggiare la cucina tradizionale siciliana, con i suoi piatti ricchi e saporiti.

Conclusione

In conclusione, Gibellina Nuova è molto più di una città ricostruita; è un esperimento audace di rigenerazione attraverso l’arte e la cultura. Visitarla offre l’opportunità unica di immergersi in un paesaggio urbano dove l’arte non è solo presente, ma permea ogni aspetto della vita cittadina. La sua singolare mescolanza di architettura moderna e arte contemporanea, il suo vibrante panorama culturale e la sua storia unica la rendono una destinazione imperdibile per qualsiasi visitatore della Sicilia.

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