Gli artigiani della Sicilia, custodi di antichi mestieri, su quest’isola hanno saputo mantenere vive manualità, abilità e tecniche di tradizione, come quella delle ceramiche siciliane. La loro passione continua a dar vita, tutt’oggi, a piccole e grandi opere d’arte artigianali.
Le ceramiche siciliane rappresentano una delle attività commerciali più antiche e maggiormente artistiche di questa isola, bagnata da un Mar Mediterraneo vitreo e cristallino, terra di sole, di vacanza, di tradizione e di storia.
Le ceramiche in Sicilia, dal greco kéramos argilla, erano prodotte sin dall’antichità. Manufatti preistorici di questo materiale sono stati ritrovati in ogni insediamento umano dell’isola, sin dall’epoca del Neolitico.
Questa tecnica ceramica nacque dall’esigenza di creare recipienti adeguati a contenere e conservare il cibo e le bevande di un popolo, non più nomade, che ormai era dedito ad agricoltura e allevamento. I reperti archeologici di queste prime produzioni sono soprattutto bicchieri, anfore, fruttiere, vasi e piatti. Insomma, essenzialmente oggetti di vita quotidiana.
Con il passare delle epoche, questa tecnica fu perfezionata e arricchita con lavorazioni particolari, come la invetriatura piombifera di origine araba, introdotta intorno nell’anno 827. Pian piano l’utilità pratica cominciò a fare spazio all’estetica e al design.
Intorno al IX secolo Palermo divenne la culla della produzione artistica delle ceramiche e maioliche di tutta la Sicilia, utilizzate nelle pavimentazioni e nei decori di palazzi, chiese e ville dell’epoca.
Ad oggi, i centri artistici di maggiore interesse e di fama internazionale sono:
Un altro centro di produzione di ceramiche siciliane si trova a Caltagirone. Infatti, dal medioevo in poi la città di Caltagirone divenne luogo di produzione continua di manufatti artistici, ma solo nel XVIII secolo acquisì lo stile opulento e barocco caratteristico delle sue produzioni:
A Caltagirone, l’arte ceramica siciliana è ovunque, non solo visibile dalle vetrine delle botteghe, ma anche nei decori urbani ed è per questo che la cittadina è stata nominata patrimonio UNESCO dell’umanità. La Scala di Maria a Monte è un capolavoro architettonico di sentore arabo-spagnolo. Con i suoi ben 142 scalini, tutti diversi l’uno dall’altro e tutti rivestiti in maiolica siciliana. La scala rappresenta cronologicamente i periodi storici e i popoli succedutisi su questa bellissima isola.
Le pigne siciliane già nel XVII secolo venivano poste sui cancelli e nei parchi delle ville nobiliari, sulle facciate delle chiese e lungo i loggiati di conventi e monasteri, ma con il tempo sono divenute oggetti quotidiani presenti anche nelle case della gente comune, simbolo e augurio di prosperità e di fortuna.
La pigna siciliana nasce da una base di argilla a forma di uovo, rappresentazione della genesi dell’universo, su cui vengono applicate, successivamente e con grande maestria manuale, una ad una, le brattee, come se fossero petali di un fiore.
Le Teste di Moro, graste in dialetto siciliano, sono un’altra forma tradizionale artistica delle ceramiche siciliane di Caltagirone. Alla sua origine si trova un’antica leggenda ambientata durante il periodo della dominazione dei Mori in Sicilia, intorno all’anno 1100.
La leggenda narra di una bellissima ragazza siciliana, che passava le sue giornate a prendersi cura delle piante sul balcone di casa sua, nel quartiere arabo della Kalsa, a Palermo. La ragazza fu vista, un giorno, da un giovane Moro, un turco, che se ne invaghì a tal punto da dichiararle il suo amore. I due iniziarono una passionale relazione amorosa. Ma ben presto la ragazza scoprì che il Moro l’avrebbe lasciata per tornare in patria da una moglie e dei figli. La ragazza impazzita, durante la notte, tagliò la testa all’amante e la pose sul balcone come vaso per il basilico.
Questo è solo un breve scorcio di storia, tradizione e arte di questa terra calda e accogliente.