Marsala, città tipicamente mediterranea, caratterizzata da colori e sapori della Sicilia, offre moltissimi spunti per una visita densa di cultura, spazi verdi e storia.
Per chi desidera un tour all’insegna della cultura, non può mancare una visita al museo archeologico Baglio Anselmi, nel quale sono custoditi reperti storici del periodo compreso tra il secondo secolo a.C. e il primo secolo d.C.
Il museo, detto anche museo archeologico regionale Lilibeo, è posto all’interno del Parco Regionale Lilibeo in un baglio che originariamente era di proprietà della famiglia Anselmi e veniva utilizzato per la produzione di Marsala.
Il Baglio Anselmi è un edificio con una storia affascinante, che racconta la trasformazione della vita culturale e produttiva di questa regione della Sicilia. In origine si trattava di un baglio, ovvero di una struttura fortificata tipica della campagna siciliana. Situato sul lungomare di Marsala, ha avuto una lunga tradizione nell’industria vinicola, essendo stato uno dei luoghi di produzione del famoso vino Marsala fino al secolo scorso.
Nel 1986 ha però cambiato la sua destinazione d’uso, diventando un museo. Questa trasformazione ebbe l’obiettivo di conservare ed esporre il relitto di una nave punica del III secolo a.C., scoperto nel 1971 vicino alla costa dell’isola Longa. Il museo è stato quindi pensato non solo come un luogo di conservazione, ma anche come spazio espositivo per illustrare e celebrare la storia antica di Lilibeo, l’antica cittadina punica che anticamente sorgeva proprio sul promontorio su cui poi venne edificato il baglio.
Questa trasformazione ha permesso al Baglio Anselmi di assumere un nuovo ruolo culturale e educativo. Oggi, il museo è parte integrante del Parco Archeologico di Lilibeo e ha la funzione di custodire le preziose testimonianze archeologiche che coprono un arco temporale che va dal II e I secolo a.C. fino al I d.C. Inoltre, il museo ospita una straordinaria collezione di anfore, risultato della fiorente attività commerciale di Marsala nel Mediterraneo antico.
La scelta di utilizzare il Baglio Anselmi come sede museale ha avuto la funzione non solo di preservare l’architettura storica dell’edificio, ma ha anche di arricchire il patrimonio culturale di Marsala, trasformando un luogo di produzione in uno di riflessione storica e di apprendimento.
Se l’obiettivo primario della creazione del museo di Marsala nel baglio Anselmi è stata la conservazione della nave punica ritrovata nelle acque della costa dell’isola Longa, ciò ha permesso di conservare anche altri reperti importanti per quest’area geografica.
Si tratta di una nave da guerra punica di notevole importanza, in quanto rappresenta una testimonianza straordinaria delle capacità navali e delle tecniche di costruzione navale dei Cartaginesi.
Assieme al relitto, è conservata una ricca collezione di anfore da trasporto. Utilizzate fin dall’antichità per il commercio marittimo di vino, olio e altre merci preziose, riflettono l’intensa attività commerciale che si svolgeva attraverso il Mediterraneo antico e mettono in luce l’importanza della città di Marsala come porto commerciale.
Oltre ai reperti legati al commercio, la collezione mostra anche ceppi di ancore e un assortimento di resti arabo-normanni, che arricchiscono ulteriormente la comprensione del contesto storico e culturale del traffico marittimo nella regione.
Una sala del museo è dedicata in maniera specifica all’antica città di Lilibeo, coprendo l’arco storico dalla sua fondazione cartaginese fino al periodo medievale: la conservazione di questi reperti funge da potente strumento educativo, fornendo ai visitatori un quadro interessante del passato marittimo di Lilibeo.
La narrazione di Lilibeo si dipana attraverso i corredi funerari delle necropoli puniche ed ellenistico-romane, così come dai materiali ritrovati nei cimiteri cristiani e nei luoghi di culto, offrendo una panoramica sulla continuità e l’evoluzione delle pratiche culturali e religiose nella città.
Al centro dell’esposizione spiccano due capolavori: la Tessera hospitalis, che rappresenta due mani che si stringono in segno di alleanza tra un Punico e un Greco, simbolo della convivenza pacifica e dell’integrazione tra le diverse comunità etniche della città, e la statua di Venere pudica, copia romana di un originale ellenistico che illustra la fusione delle influenze culturali greche (Afrodite), romane e fenicio-puniche (Astarte) nella religione locale.
Una suggestiva ricostruzione delle poderose mura di fortificazione di Lilibeo, costruite durante la sua fondazione, fa da sfondo a questa narrazione, rafforzando la connessione visiva con il passato militare e strategico della città.
Infine, la sala conferenze, trasformata in uno spazio espositivo, ospita la mostra permanente “Vivere a Lilibeo”. Questa esposizione è dedicata alla quotidiana realtà urbana di Lilibeo, presentando splendide domus, testimonianze epigrafiche e oggetti di uso quotidiano. Organizzata dal più recente al più antico, la mostra simula la stratigrafia archeologica, permettendo ai visitatori di sperimentare visivamente e concettualmente gli strati di storia che si sono accumulati nel corso dei secoli in questo affascinante sito archeologico.