La Riserva dello Zingaro si trova in provincia di Trapani, sulla punta estrema della Sicilia occidentale. È un’oasi protetta, posta tra San Vito lo Capo e Scopello, lunga sette chilometri. In quest’area, si trovano sette spiagge bagnate da un mediterraneo tanto azzurro quanto incontaminato. Tre sono le tipologie di sentieri da percorrere e tante le attività che fanno da contorno a spettacoli naturalistici mozzafiato.
Questa è stata la prima delle riserve naturali in Sicilia. Fu istituita nel 1980, con due punti di accesso, di cui uno a nord, a San Vito lo Capo, e l’altro a sud, a Scopello.
I sentieri della Riserva Naturale dello Zingaro sono tanti ma suddivisi in tre settori ben distinti per tipologia, morfologia e difficoltà di percorribilità.
I percorsi attraversano vie sterrate e ricolme di rustici arbusti tipicamente mediterranei, sono disseminati di profumatissime piante selvatiche e specie rare della flora di quest’isola, meravigliosamente fiorite tutto l’anno.
Per chi volesse godere appieno di questo incanto naturalistico, il territorio è attrezzato anche con rifugi accoglienti, in cui pernottare. Giorni di full immersion nella natura selvaggia e notti dove il cielo sembra davvero una cupola rotonda, cosparsa di stelle.
Durante le escursioni si possono visitare anche alcuni musei, interessanti testimonianze di storia e artigianato siciliani, che si trovano sul percorso:
I percorsi sono tre: quello interno, montagnoso, che è chiamato sentiero alto. Il secondo è quello intermedio, da cui si intravede anche il mare ed è chiamato sentiero di mezzacosta. Il terzo ed ultimo è il sentiero costiero. Questo è particolarmente ambito dagli amanti delle vacanze di mare.
Il sentiero alto, quello interno alla Riserva dello Zingaro, è molto impegnativo e riservato a veri sportivi. Inizia a San Vito lo Capo e finisce a Cala Marinella. È molto lungo, all’incirca 14 chilometri, e consigliato solo a escursionisti esperti, professionisti del Trekking Sicilia. La sua durata è all’incirca di 8 ore di cammino arduo.
Questo sentiero è più faticoso e tortuoso rispetto a quello costiero, ma sicuramente meno difficile del sentiero alto. Inizia a San Vito lo Capo e finisce alla Cala dell’Uzzo. È lungo circa 6 chilometri e dura all’incirca 3 ore.
Questo sentiero, proprio per la sua vicinanza alla costa e alle sette calette che lo caratterizzano, è il più frequentato ma anche il più semplice da percorrere. È una rilassante ed emozionante tipica meta per chi ama il mare e desidera scoprire le più belle spiagge della Sicilia, con una passeggiata lunga 7 chilometri e percorribile in circa 2 ore.
La seconda spiaggia del percorso è quella della Cala dell’Uzzo, una tra le più rinomate, anche per la presenza di una necropoli mesolitica di forte attrattiva turistica. È uno dei siti archeologici Sicilia più visitati dell’isola.
Le spiaggette hanno ognuna la loro tipicità, per colori, conformazione e accessibilità. Tutte però rappresentano la perfetta location per gli amanti di bagni di sole, snorkeling, escursioni subacquee o semplici rilassanti nuotate in un mare limpido e trasparente.
La Riserva dello Zingaro in barca è un’escursione molto particolare. Non viene fatta a piedi, ma su un catamarano che parte dal molo della spiaggia di San Vito lo Capo e percorre la costa fino a Scopello. Sono circa quattro ore di viaggio, in cui si può ammirare la costa da lontano, tra spruzzi di salsedine e con il vento tra i capelli.
Un’attrazione apprezzatissima ed attesa dagli amanti dello snorkeling e delle immersioni in Sicilia è quella dell’escursione subacquea di Scopello. Fa parte dell’itinerario in barca e prevede la visita al Museo Sommerso, ma per accedere a questa escursione è necessario possedere il brevetto subacqueo ed essere accompagnati da una guida autorizzata.
Un’attrazione unica che porta a visitare fondali marini profondi 18 metri. Le meraviglie per cui rimanere estasiati sono sia di tipo naturalistico, per la fauna e la flora che abitano questi fondali, sia di carattere archeologico. In particolare, sul fondo vengono mostrate agli escursionisti subacquei un’antica macina in pietra, probabilmente usata come zavorra dalle navi che attraccavano nel golfo di Scopello, e un’ancora litica a tre fori.
Queste ancore, risalenti al paleolitico, venivano appena sbozzate per renderle tondeggianti in modo da non danneggiare l’imbarcazione, ma la lavorazione era molto rudimentale, in quanto le tecniche e gli utensili di allora non erano tali da permettere raffinate esecuzioni. I fori, che potevano essere da uno a tre, servivano per inserire dei pioli di legno, dando così più ancoraggio all’imbarcazione sui fondali marini.
Il museo sommerso di Scopello è un’esperienza singolare che permette di portare a casa, come souvenir, un prezioso ricordo raro, emozionante e indimenticabile.