Segesta e Selinunte, antiche città della Sicilia occidentale, sono da sempre considerate due storiche rivali. La loro rivalità, nata per motivi di confini e di controllo sui commerci, fu la causa della loro fine.
Entrambe rimangono caratterizzate da una storia di splendore e distruzione, di cui oggi possiamo intravedere le vicende attraverso il racconto degli antichi e attraverso i loro resti archeologici.
Lo splendore di queste due città è, infatti, testimoniato dai siti archeologici: quello di Selinunte è considerato il parco archeologico più grande dell’Europa e quello di Segesta è attualmente uno dei più importanti della Sicilia.
Chi desidera una vacanza al mare in luoghi in cui i bellissimi paesaggi si incontrano con storia e cultura, troverà in questa area geografica la soluzione ideale: qui le influenze greche hanno dato vita a una terra ricca di suggestioni, densa di miti e leggende, delle quali gli splendidi panorami sono il completamento perfetto.
Selinunte non solo è la destinazione ideale per i turisti, ma è anche terreno di scoperta per gli appassionati e per gli studiosi delle culture antiche. Ogni centimetro, qui, è fonte di interesse, capace di rivelare mistero e bellezza.
Secondo la tradizione, Selinunte sarebbe stata fondata cento anni dopo la fondazione di Megara, antica colonia greca situata nei pressi di Augusta. Per oltre due secoli questa fu una civiltà molto fiorente, una delle colonie greche più importanti. La costruzione dell’Acropoli e del Santuario della Malaphoros sono le testimonianze di uno splendore economico e culturale che caratterizzò questa città, portandola a fondare persino la subcolonia di Eraclea Minoa.
In ogni caso, lo splendore di Selinunte ebbe vita breve: dopo varie distruzioni e ricostruzioni, frutto degli scontri con Segesta e dell’intervento definitivo di Annibale, rimase solo l’area dell’acropoli e già verso la fine del I sec. d.C. rimase disabitata. Un terremoto, poi, in epoca bizantina, distrusse gran parte dei suoi monumenti e per molti secoli si perse la memoria di questa antica città. Fu solo nel XVI secolo che si andò alla ricerca di questa città perduta, ritrovandone finalmente i resti.
L’area di Selinunte, però, non è solo archeologia. Qui incredibili spiagge e spettacolari tramonti donano la possibilità di vivere giornate indimenticabili in questa perla della costa occidentale. Il litorale selinuntino è, infatti, caratterizzato da spiagge dorate e acque cristalline, adatte a trascorrere vacanze da sogno con la famiglia, in coppia o con gli amici.
Qui si possono trovare spiagge di ogni tipo: quelle all’insegna della natura, come quella di Riserva Asinello o nella Riserva Naturale Foce del Fiume Belice, quelle romantiche, come Pineta, quelle adatte ai giovani e a chi ama la movida, come quella di Lido Zagabria e Scalo di Bruca, o quella dell’Acropoli, caratterizzata dall’incontro tra i resti archeologici e il paesaggio marino.
Oggi di Selinunte rimane il più grande parco archeologico d’Europa: un’area di oltre 270 ettari a testimonianza di una cultura millenaria: sette templi, costruiti secondo lo stile dorico, il più antico stile architettonico greco, il Santuario della Malaphoros, la necropoli, le Cave di Cusa.
Per visitare il parco archeologico di Selinunte, si possono scegliere diversi itinerari di varia lunghezza. Attraversare l’intero parco richiede circa quattro ore di cammino, per una distanza di oltre cinque chilometri. Si tratta di un percorso lungo e impegnativo, per gran parte in pieno sole. Chi sceglie di visitarlo nella stagione estiva, deve necessariamente attrezzarsi con acqua, cappellini, scarpe da trekking e crema solare.
Bellissima testimonianza dello stile dorico, il più antico stile architettonico greco, i sette templi sono una importantissima testimonianza della vita della città perduta.
Sulla collina dell’Acropoli si trovano i templi dedicati ai Dioscuri e a Poseidone, il tempio, dedicato ad Apollo, che è anche il più antico, e quello dedicato ad Atena. Qui lo spettacolo lascia senza fiato: collocati a strapiombo sul mare, gli imponenti resti troneggiano sullo sfondo di un panorama meraviglioso.
Nella collina orientale si trovano altri tre templi: il tempio E è dedicato a Hera o Afrodite, ed è quello conservato meglio; il tempio F, dedicato a Atena o Dioniso, è il più piccolo e ne rimangono solo resti, mentre il tempio dedicato a Zeus è il più grande, ma è rimasto incompiuto e oggi sono conservate solo rovine. Particolare è un’unica colonna rimasta in piedi, che si erge come un monumento e che nel corso dei secoli è stata protagonista di numerosissime leggende.
Situato sulla collina della Gaggera, a ovest dell’Acropoli, è il più antico luogo di culto di Selinunte, dedicato a una divinità femminile, forse Demetra.
Qui sono state ritrovate migliaia di figurine votive in terracotta, oltre a oggetti come vasi corinzi, stele e un bassorilievo. Nell’altare sono state invece rinvenute ossa di animali e altri oggetti che testimonierebbero il fatto che questo fosse un luogo dedicato ai sacrifici.
Attorno a Selinunte si sono identificate alcune aree che dovevano avere la funzione di necropoli. La necropoli di Manicalunga e quella di Galera Bagliazzo sono due importanti testimonianze degli usi funebri del tempo, che probabilmente prevedevano sia l’inumazione sia la cremazione. Qui si sono ritrovati sarcofagi e corredi funerari, oltre che vasi e oggetti dell’epoca.
Situata a nord dell’acropoli, la collina della Manuzza era il luogo dove erano collocate le abitazioni degli abitanti di Selinunte, prima delle ripetute distruzioni. Probabilmente qui vi era anche l’agorà.
Situata a nord dell’acropoli, la collina della Manuzza era il luogo dove erano collocate le abitazioni degli abitanti di Selinunte, prima delle ripetute distruzioni. Probabilmente qui vi era anche l’agorà.
L’origine della città di Segesta è piuttosto fumosa: probabilmente fu fondata da una popolazione italica, gli Elimi, anche se diverse leggende raccontano che venne fondata dai Troiani, in particolare da Enea.
Parlare di Segesta rende necessario citare anche la rivale Selinunte, in quanto tutti i documenti storici fanno riferimento a questa città per le lotte che ebbe con la sua antagonista. Dopo circa due secoli di lotte, nel 409 a.C., Selinunte venne distrutta per mano dei Cartaginesi. La vita di Segesta fu più lunga rispetto a quella della sua rivale, ma nel corso del tempo prima venne assoggettata dai Romani, poi venne definitivamente distrutta dai Vandali nel V secolo.
Anche Segesta per molti secoli venne dimenticata e solo nel XVI secolo ne venne localizzato l’antico sito.
Oggi di questa città rimane solo il bellissimo sito archeologico, dove si possono visitare il tempio dorico e il teatro.
La costituzione del parco archeologico di Segesta è molto recente: solo dal 2013, infatti, quest’area è stata dichiarata parco, anche grazie alle recenti scoperte di antiche rovine.
La antica città si trovava sulla sommità del Monte Barbaro, in un’area in cui le pareti di roccia facevano da protezione. L’altro versante, meno protetto, era difeso da una fortificazione di età classica, grazie una cinta muraria provvista di porte monumentali.
Al di fuori di esse si trovano i due monumenti principali:
Suggestivo per la sua collocazione, il tempio dorico compare in mezzo alle colline, dando un senso di imponenza all’interno di un paesaggio ricco di colori e profumi, caratterizzato da agavi, ginestre e ulivi. Si tratta di uno splendido esempio di architettura dorica, dove il valore della costruzione è testimoniata da alcune raffinatezze come la correzione ottica ottenuta grazie a una leggera curvatura del basamento: una finezza artistica riscontrabile solo nel Partenone di Atene.
Situato sulla cima del monte Barbaro, offre una vista particolarmente coreografica a chi lo visita, sia per la sua collocazione, sia per la sua struttura. Si tratta, infatti, di un teatro di imponenti dimensioni, il suo diametro è infatti di circa 63 metri, che domina tutta la vallata sottostante, in quanto è posto a ben 440 metri sul livello del mare. Oggi viene utilizzato per rappresentazioni teatrali che permettono di rivivere le gesta degli antichi abitanti di questa bellissima zona.