Piazza Armerina è una cittadina di poco più di ventimila abitanti, facente parte del libero consorzio comunale di Enna. Si trova sulle alture dei monti Erei ed è un’antica fortezza medievale abbellita da un centro storico in stile normanno e barocco.
È una città d’arte famosa in tutto il mondo, il cui forte richiamo turistico deriva dalla conservazione di un’antichissima villa d’epoca romana. Attorno a questa costruzione di enorme valore storico, si affianca tutta una serie di edificazioni altrettanto antiche e che il comune ha racchiuso all’interno del SIMPA, il Sistema Museale di Piazza Armerina.
Il sito più importante è la Villa Romana del Casale, Patrimonio Unesco dal 1997. Si tratta di una struttura di grande interesse storico che, assieme ai suoi mosaici e al Palio dei Normanni, è in grado di attirare oltre seicentomila turisti provenienti da ogni parte del mondo.
La Villa Romana del Casale risale al IV secolo d.C. ed è un esempio di residenza aristocratica romana. Sorge ai piedi del Monte Mangone e occupa una superficie di circa 3.500 metri quadrati; al suo interno si trovano più di 40 stanze con pavimenti a mosaico che rappresentano scene mitologiche, di caccia e di vita quotidiana.
Questi mosaici sono rimasti incredibilmente ben conservati in quanto, a causa di una frana verificatasi nel XII secolo, furono coperti dal fango. Scoperti solo nel XX secolo, hanno acquisito una fama che arriva oltreoceano.
Uno dei mosaici più impressionanti è quello della “Grande Caccia”, situato nell’omonimo corridoio. L’opera è enorme: è lunga circa 60 metri. Raffigura una vivace scena di cattura e trasporto di animali esotici destinati alle venationes, le cacce pubbliche che si tenevano negli anfiteatri romani. È ricco di dettagli minuziosi e richiederebbe ore e ore per essere osservato in tutta la sua incredibile attenzione ai dettagli.
Nella Sala delle Dieci Ragazze, invece, si trova il famoso mosaico delle “Ragazze in bikini”. Questo mosaico raffigura giovani donne impegnate in diverse attività ginniche, come il lancio del disco e la corsa, vestite in abiti che assomigliano sorprendentemente ai moderni bikini. La scena raffigurata testimonia l’importanza dello sport e dell’esercizio fisico nell’antica Roma, oltre ad essere un esempio della straordinaria modernità di alcune raffigurazioni antiche.
Infine, c’è il mosaico della Sala di Orfeo, il leggendario musicista della mitologia greca, che incanta gli animali con la sua lira. Anche qui ci troviamo dinanzi un’opera notevole, sia per la ricchezza dei colori che la finezza dei dettagli.
Lo straordinario complesso, che più che a una villa di campagna somiglia a un palazzo imperiale urbano; ha una pianta molto complessa e accoglie i visitatori dall’ingresso monumentale che conduce ad un cortile a ferro di cavallo: un preludio alla grandiosità che aspetta i suoi visitatori all’interno.
Nel cuore della villa, organizzato intorno a un peristilio quadrangolare, spunta un grande giardino, al cui centro presenta una vasca mistilinea. Si tratta di un’oasi di pace che testimonia l’amore per la natura e per l’acqua degli antichi romani, avvezzi a godersi il verde circostante immersi in un bagno rilassante.
Gli ambienti sono disposti secondo un progetto compatto e ordinato, con assi che convergono proprio in direzione della vasca e che creano un evidente effetto di simmetria e monumentalità. Anche la distribuzione degli spazi interni risponde a un criterio funzionale preciso, con percorsi che separano nettamente le aree pubbliche da quelle private, in perfetto equilibrio tra praticità e resa estetica.
Nella villa è presente anche un complesso termale, una basilica e vari ambienti di rappresentanza e di servizio. La presenza di alcuni elementi, come la disposizione dei nuclei, fa percepire come questa villa abbia subito le influenze sia dell’architettura religiosa delle basiliche cristiane che delle moschee arabe. La struttura a padiglioni, o a nuclei, non è unica a Piazza Armerina, ma trova corrispondenze in altre ville siciliane e africane.
L’identità del proprietario è stata oggetto di numerose ipotesi. Una teoria iniziale attribuiva il possesso al tetrarca Massimiano, sebbene gli studi successivi abbiano presto smentito questa ipotesi.
Tra le figure più accreditate, spiccherebbe Lucio Aradio Valerio Proculo Populonio, che fu prima governatore della Sicilia, quindi, console nell’età Imperiale. La monumentalità della villa, con i suoi sontuosi mosaici e le raffigurazioni che celebrano i giochi circensi, potrebbe riflettere il fasto dei giochi organizzati a Roma da Proculo.
Altre ipotesi suggeriscono che la villa potesse appartenere a membri dell’alta aristocrazia romana, come Gaio Ceionio Rufio Volusiano o Memmio Vitrasio Orfito, noti per la loro influenza e ricchezza.