La cucina del trapanese è un intreccio di tradizioni antiche, contaminazioni culturali e materie prime straordinarie. In questo angolo di Sicilia occidentale, il cibo è molto più che nutrimento: è memoria, identità, racconto quotidiano.
Dai primi piatti di derivazione araba ai dolci ricchi di mandorle e miele, passando per il pescato fresco e il pane condito con semplicità e sapienza, i piatti tipici trapanesi offrono sapori che traggono spunto dalla sua affascinante storia ma che ancora oggi sanno conquistare i palati.
Se c’è un piatto che incarna lo spirito del trapanese, è senza dubbio il cous cous. Frutto dell’incontro tra la cultura araba e la tradizione marinara, il cous cous alla trapanese viene preparato ancora oggi secondo antichi rituali, con la semola lavorata a mano con la tecnica dell’incocciatura e cotto a vapore nella couscoussiera sopra un brodo di pesce profumato. Ogni famiglia custodisce la propria versione, ma ciò che accomuna tutte è l’intensità del sapore, esaltata da spezie come la cannella, chiodi di garofano e alloro.
Non per niente, San Vito lo Capo è il luogo in cui si tiene il Cous Cous Fest, giunto ormai quest’anno alla ventisettesima edizione.
Accanto al cous cous, un altro protagonista delle tavole locali sono le busiate, una pasta fresca lunga e arricciata ottenuta avvolgendo l’impasto attorno a un ferretto. La ricetta più celebre è quella con il pesto alla trapanese, una variante rustica e profumatissima a base di pomodoro fresco, mandorle, aglio e basilico. Ma le busiate si accompagnano bene anche a condimenti più corposi, come sughi di carne o ragù di tonno.
Nelle case contadine non mancano poi piatti semplici e sostanziosi, come zuppe di legumi, minestre con verdure di stagione e paste con pangrattato tostato (muddica atturrata), che raccontano una cucina povera ma mai banale, capace di trasformare pochi ingredienti in veri piatti d’autore.
Il mare, a Trapani, non è solo un orizzonte da contemplare: è una fonte quotidiana di ispirazione in cucina. I secondi piatti trapanesi riflettono questa vocazione, con preparazioni che esaltano la freschezza del pescato e ne rispettano la stagionalità. Tonno, pesce spada, alici, calamari e triglie compongono un repertorio ampio, fatto di sapori netti e cotture semplici.
Una ricetta emblematica sono le sarde a beccafico alla trapanese: in questa ricetta semplice e rustica, si utilizzano ingredienti come il pangrattato insaporito con aglio, prezzemolo e formaggio, oltre che uvetta, pinoli, succo di arancia e succo di limone.
Altro piatto simbolo sono le polpette di sarde, spesso accompagnate da un sughetto leggero o da una spruzzata di limone. Semplici da preparare, sono un classico della cucina familiare, servite come secondo ma anche come antipasto nei pranzi più ricchi.
Accanto a queste preparazioni, la caponata di pesce – variante marina della più nota caponata di melanzane – è un esempio perfetto di equilibrio tra dolce e salato, con pesce fritto accompagnato da verdure stufate, uvetta, pinoli e aceto. Un piatto antico, che racchiude in sé tutto il carattere agrodolce della gastronomia siciliana.
Nella cucina trapanese non mancano certo i prodotti da forno. La coltivazione di diverse varietà di grano ha dato vita a una produzione storica di farine pregiate, caratterizzate da un profilo nutrizionale più ricco.
Sebbene nel corso dei secoli si siano diffuse maggiormente varietà più produttive, negli ultimi anni c’è stato un interesse sempre maggiore verso la riscoperta dei grani antichi. Tumminia, Perciasacchi e Russello sono grani antichi diffusi nella parte occidentale della Sicilia.
Il pane cunzato e il pane di Castelvetrano si basano proprio su varietà di grani come la Tumminia.
Il pane cunzato, in particolare, è una delle preparazioni più semplici e amate: una fetta spessa di pane caldo, condita con olio extravergine d’oliva, sale, pomodoro, acciughe e formaggio, a volte arricchita da origano o basilico fresco. Un pasto povero, nato per necessità, che ancora oggi si gusta con piacere per la sua autenticità e immediatezza.
Accanto al pane, il forno sforna altre delizie quotidiane. Gli sfincioni, cugini della pizza, sono alte, soffici e ricoperti da un sugo di pomodoro, cipolla, acciughe e mollica tostata. Ne esistono diverse varianti in provincia di Trapani, ognuna legata a tradizioni locali o ricorrenze festive.
Tra le specialità salate più diffuse si trovano anche gli arancini, che in questa parte della Sicilia possono essere preparati con ripieni di mare, come il ragù di seppia o il nero di calamaro, riflettendo il forte legame con la cucina costiera.
Chiudere un pasto nella provincia di Trapani significa spesso cedere alla tentazione di dolci che affondano le radici nella tradizione araba e conventuale. Ingredienti semplici ma intensi, come mandorle, miele, ricotta, cannella e agrumi, si combinano in preparazioni che raccontano secoli di cultura gastronomica.
Tra i più antichi troviamo i mustazzoli, biscotti speziati e compatti, che hanno come ingrediente principale il vin cotto. Nel trapanese vengono preparati con ingredienti diversi, come cacao, mandorle, limone, pistacchio, etc., dando vita a diverse golosissime versioni. La loro origine è contadina e religiosa: venivano preparati in occasione di alcune occasioni religiose, come S. Martino e i giorno dei Morti, ma oggi si trovano tutto l’anno.
Un altro classico del territorio sono le cassatelle, dolcetti fritti o al forno ripieni di ricotta zuccherata e aromatizzata. Ciò che caratterizza questo dolce è l’uso dell’aceto bianco e del vino bianco secco nell’impasto, mentre il ripieno – nella variante trapanese – è fatto esclusivamente con ricotta di pecora.
Nella zona di Erice spiccano le celebri genovesi, dolci a forma di piccolo disco farciti di crema di ricotta o di crema pasticcera, spolverati di zucchero a velo. La friabilità della pasta frolla e il contrasto con il cuore morbido li rendono una delle esperienze più apprezzate da chi visita il borgo medievale.
Da non tralasciare le sfincie, ciambelle fritte cosparse di zucchero e cannella, tipiche della zona. Mentre gli sficioni di San Giuseppe, preparati tradizionalmente per il 19 marzo, sono delle palline di pasta di patate fritte e farcite con una crema di ricotta di pecora e zucchero.
Un altro dolce che utilizza la ricotta è la graffa: una pasta dolce fritta impreziosita, anche in questo caso, da una crema di ricotta di pecora aromatizzata con zucchero e gocce di cioccolato.
Infine, come avviene in tutta la Sicilia, anche nel trapanese si possono gustare dolci tipici siciliani conosciuti in tutto il mondo, come la granita con brioche, la brioche col tuppo, i cannoli siciliani e la cassata.